Vantaggi di un negozio online di vino e alcolici

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Le bevande alcoliche esistono da cinque millenni, e sono sempre andate di moda. Eppure, oggi il settore dell’enologia al dettaglio in Italia sonnecchia. Grazie al digitale, puoi dare una scossa al mercato.

Se tu volessi aprire un’enoteca, noi probabilmente dovremmo dissuaderti dal farlo. In Italia, negli ultimi 10 anni, questo tipo di attività si è moltiplicata a dismisura, creando un effetto di saturazione del mercato.
Inoltre, dopo l’articolo 62 del 2013, le forniture di alcolici vanno per legge pagate immediatamente, nel mese in corso: ma il vino è una merce che si vende (anche meglio) a distanza di anni. I canoni per l’affitto di un locale commerciale sono in continuo aumento, e dopo la contrazione da lockdown ci si aspetta un rialzo improvviso.

Nel frattempo, in Italia, il costo del denaro è proporzionato al clima di austerity: chi se la sente di investire per vendere vino mentre il mercato è in stagnazione? Se si guarda al commercio di alcolici in Italia, le enoteche producono solo l’8% del fatturato totale. Prima c’è la grande distribuzione, poi i grossisti.
Tuttavia nuovi imprenditori stanno ridisegnando il modo in cui si commerciano alcolici in Italia: quelli che hanno deciso di aprire un ecommerce di vini.

Contenuti dell’articolo

  1. Investi sugli aspetti giusti
  2. Non ti serve un patrimonio per pensare in grande

Investi sugli aspetti giusti

Creare una cantina fornita, per garantire al cliente la scelta che ci si aspetta da un’enoteca, significa immobilizzare una cifra importante in sede di investimento iniziale. Inoltre, questa spesa va rinnovata spesso. Va da sé che dovendo anche offrire qualcosa da mangiare in accompagnamento all’alcolico, ti servirà innanzi tutto una licenza da ristoratore: ecco un’altra importante spesa fissa.

Ma i salassi continuano: tu, imprenditore che servi una bottiglia da 200 euro e un goloso accompagnamento gastronomico sei chiamato a una scelta terribile. O fai la funzione di maître di sala e sommelier, oppure ti dedichi alla cucina: non puoi occuparti di entrambi i versanti perché, anche qualora ne avessi la formazione, non sei ubiquo. Hai quindi bisogno di personale, possibilmente specializzato, perché un ragazzino neodiplomato difficilmente potrà preparare un piatto di accompagnamento per un Sassicaia. Ma il personale fa impennare le spese.

Per vendere vino, insomma, stai guardando a un investimento da 100.000 euro, come minimo, dando per assodato che tu abbia già buoni accordi con i fornitori. Il problema è cosa ottieni in cambio dei tuoi soldi. L’enoteca classica è un locale “di esperienza”. Non si va lì per mangiare, o bere: si va per sentirsi coccolati, accolti, per degustare e assaggiare. Pertanto, si sta guardando a un pubblico particolare, con un certo livello di formazione e un determinato budget. E se fai questo genere di considerazioni, è ovvio, stai limitando il tuo parco di clienti potenziali.

Detto questo, guardati attorno: se lanci un sasso probabilmente avrai colpito l’insegna di qualche concorrente. Non si scappa: nei luoghi di interesse delle città d’arte, nei centri logisticamente nevralgici, ci sono almeno un paio di wine bar e un’enoteca che si contendono un piccolo gruppo di bevitori. Se ti vai a collocare in un romantico casolare fuori mano… beh, sei fuori mano. Sulla carta non suona proprio come una buona idea. Inoltre: durante il boom delle enoteche sono spuntate delle formule di franchise, che in certi ambiti possono stritolare la concorrenza facendo sentire il peso della corporazione e “spingendo” un dato locale. Pubblico selezionato, troppa concorrenza: una pessima notizia per i commercianti analogici.

Insomma: piuttosto che mettersi a combattere contro i mulini a vento, ti conviene investire sugli aspetti giusti. Se vuoi vendere vino, oggi la scelta vincente è certamente quella di aprire un’enoteca online.

Non ti serve un patrimonio per pensare in grande

Innanzi tutto, vendere online è il commercio del futuro. Puoi solo rimandare il cambiamento, ma presto non ci sarà alternativa al digitale. Se vuoi scoprire perché, abbiamo preparato per te un interessante articolo.
Per quanto riguarda il settore specifico relativo alla vendita del vino, però, si possono fare considerazioni più precise. In particolare, prendi tutti i problemi inerenti all’enoteca classica: scoprirai che vendendo vino online li avrai aggirati. Non ci credi? Ecco degli esempi.

Partiamo dal capitale iniziale: 100.000 euro minimi, si era detto. Togli uno zero e dividi per due. Con 5.000 euro non solo ti metterai a posto con la normativa, ma ti avanzerà ampiamente denaro per rifornire la tua cantina e per investire qualcosa nel marketing. Sembra impossibile: ci sono bottiglie che possono costare centinaia, se non migliaia di euro. Ecco che entra in gioco una possibilità dell’ecommerce di vini che l’enoteca tradizionale non può impiegare: il dropshipping. Tu puoi tenere certi prodotti in catalogo, ed ordinarli dal produttore solo quando è il cliente a farlo. Con una buona logistica e qualche accordo, non si introducono in questo modo troppi ritardi. E d’altronde, procurarsi qualche bottiglia rara e pregiata può richiedere quel giorno in più, che aggiunge soltanto fascino al vino.

Con questo sistema, non sei più vincolato a quegli ingenti e ripetuti investimenti che troppo spesso mettono in ginocchio le enoteche tradizionali. Tu puoi vendere vino mettendo in “linea” quei prodotti che, sulla base della tua expertise e dei tuoi storici di vendite, hanno ricambio frequente. Contemporaneamente, però, puoi offrire moltissimo in modo collaterale e parallelo, ricorrendo appunto al dropshipping.

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Un altro vantaggio che guadagni quando apri un’enoteca online è la possibilità di raggiungere in modo più efficace il tuo pubblico, costituito da individui quantomeno educati al vino. Il rude lavoratore di fatica, almeno nell’immaginario comune, si gode il suo vino del supermercato bevendolo magari direttamente dal cartone. Non è questo il tuo pubblico. Un’enoteca online si rivolge a un certo tipo di bevitori, che quantomeno si orientano sui tipi di prodotti e sui vitigni desiderati.

Se ti limiti a un punto vendita fisico, puoi attingere da un’area urbana ben delimitata, o al massimo dai comuni limitrofi. Se invece apri un ecommerce di vini, punti già senza colpo ferire a un pubblico nazionale. Con qualche accortezza, inoltre, puoi creare un sito multilingue che ti consentirà non solo di pensare in grande, ma di raggiungere mercati (come quello statunitense e quello cinese) che per dei vini italiani sono prontissimi a spendere cifre importanti. In questo contesto, sei già un passo avanti rispetto alla concorrenza: la tua collocazione nel Bel Paese pone automaticamente un sigillo di qualità superiore sui prodotti da te trattati. E, si sa, la qualità paga.

Come hai visto, aprendo un ecommerce di vini risparmi moltissimo a livello di investimento iniziale. Questo ti lascia libero di affrontare l’elefante nella stanza, contro cui da commerciante dovrai comunque fare i conti: ovvero la concorrenza. La tua arma in questo caso è il personal branding e, per esteso, il marketing. Dovendo dedicare minori capitali alle spese fisse e all’investimento iniziale, affronterai questa battaglia con armi affilate. Specialmente se deciderai di vendere vino utilizzando la soluzione che i nostri professionisti hanno messo a punto per te.

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